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ARCHIVIO DOCUMENTALE

Fondo Principale ms 4523: Tito Maniacco, 1940 - 2010

Struttura
Biblioteca civica "V. Joppi"
Livello
FND Fondo
Datazione
1940-2010
Soggetto produttore
Descrizione
L’archivio e parte del fondo librario personale di Tito Maniacco sono stati donati al Comune di Udine dai suoi eredi in due momenti diversi. La prima donazione da parte di Marina Giovannelli, in accordo con la figlia di Tito, Barbara Maniacco, risale al 2012, corredata dalla richiesta che i materiali fossero adeguatamente conservati e catalogati, che fossero messi liberamente a disposizione degli studiosi per ricerche e indagini e con la clausola di richiedere l’autorizzazione agli eredi prima di utilizzare i materiali documentari per pubblicazioni. La documentazione è stata poi integrata con una seconda donazione risalente al 2014 da parte di Luisa Pegolo, prima moglie di Maniacco. L’archivio, così consegnato, si presentava conservato in quattordici scatole, e, ad una prima visione è stata individuata una netta divisione nella trattazione dei materiali da parte degli eredi del soggetto produttore. Una prima parte, che constava di sette scatole contenenti principalmente dattiloscritti di opere di Tito Maniacco, era stata precedentemente ordinata dagli eredi in virtù di un criterio tipologico, riconducendo i materiali ai seguenti temi: narrativa, poesia, saggistica (comprensiva di arte, letteratura e storia), quaderni manoscritti, stesure definitive, articoli di giornale, documenti del PCI, pubblicazioni. Le scatole contenenti le stesure dattiloscritte da Tito Maniacco erano inoltre corredate da un elenco riassuntivo dei materiali contenuti. Una delle scatole consegnate assieme all’archivio si discostava dalle altre perchè non contenente documenti, né dattiloscritti, bensì monografie a stampa, probabilmente tenute separate rispetto al fondo librario donato alla biblioteca perché riconducibili a interventi fatti in occasione di mostre artistiche (editi anche da Maniacco), la cui catalogazione è stata portata avanti assieme al resto del fondo della sua biblioteca per coerenza con la loro natura non archivistica. Una seconda parte, composta dalle restanti sette scatole, descritte parzialmente dall'elenco riassuntivo datato maggio-giugno 2014 e consegnato alla Civica, risultavano invece ordinate dal soggetto produttore stesso con un criterio di natura prevalentemente cronologica. La maggior parte dei documenti era organizzata in cartolari (dall'anno 1951 al 1983), al cui interno si conservavano bozze e appunti, su fogli sciolti e quaderni (in forma manoscritta e dattiloscritta) di vari componimenti di Tito Maniacco. Al contrario della prima parte i componimenti non erano divisi per temi (mantenendo quindi insieme poesie, racconti, romanzi e appunti). Oltre ai cartolari erano presenti due scatole contenenti la corrispondenza ricevuta (e in parte inviata) da Tito Maniacco, che Marina Giovannelli aveva parzialmente riunito secondo gruppi di anni/luoghi e destinatari. La parte più consistente del carteggio deriva dallo scambio di lettere tra Luisa Pegolo e Tito Maniacco negli anni del servizio militare di quest'ultimo a Palermo e poi Bolzano (1958-1959). Nelle restanti scatole di questa seconda parte si trovavano ventisette quaderni manoscritti (ordinati cronologicamente ma arrivati separati dai faldoni cronologici), due faldoni contenenti giornali, una busta e una cartella contenente giornali/pubblicazioni con contributi di Maniacco, alcuni materiali donati da Luciano Ceschia a Maniacco sul tema della scultura della pietra piasentina in Friuli, e infine una cartellina contenente materiale miscellaneo senza data.
Criteri di ordinamento
Per una prima ricognizione del materiale documentario sono stati analizzati gli elenchi compilati dagli eredi ed è stata passata in rassegna la documentazione; si è passati poi alla redazione di un elenco di consistenza che permettesse di dare una visualizzazione della situazione di partenza dell’archivio. Nelle successive operazioni di schedatura e riordinamento ci si è attenuti il più possibile alle modalità operative del metodo storico e, dove possibile, si è cercato di riconoscere la mano e l’intervento di Tito Maniacco nell’ordinamento del suo archivio personale. Sono state però anche considerate le problematiche intrinseche alla natura degli archivi privati di persona e la caratteristica di volontarietà del vincolo, che si è potuta riscontrare nella parte di documentazione riordinata in una fase successiva alla sua formazione con criteri definiti dagli eredi.  Si è osservata infatti, per una parte dell’archivio, l’impossibilità di ricostruire un ordine originario di sedimentazione e, per i materiali sui quali fossero già intervenuti gli eredi, si è cercato di dare un ordinamento nell’ottica e con l’obiettivo di renderli anzitutto più facilmente fruibili dall’utenza. Per evitare ridondanze si è scelto di procedere allo scioglimento della netta divisione evidenziata nella storia archivistica e all’accorpamento dei materiali riconducibili alle stesse serie. La derivazione da un fondo o dall’altro è rimasta comunque individuabile nella divisione in due sottoserie distinte, così da mantenere notizia, nel caso di analisi più approfondite sugli ordinamenti o di eventuali aggiunte di materiale, della situazione di partenza della documentazione e di precedenti ricerche e citazioni. Questa operazione risulta osservabile nella struttura delle serie della rassegna stampa e dei quaderni manoscritti. Particolare cura è stata riservata nell’individuazione dei corrispondenti e nel riordinamento del carteggio, con l’accorpamento delle buste della corrispondenza con Luisa Pegolo negli anni del servizio militare di Maniacco. Si è ritenuto utile identificare in una singola serie le stesure dei componimenti di Tito Maniacco, divise ed elencate dagli eredi nei temi di narrativa, poesia, saggistica e che, per quanto differenti a livello di genere letterario, sono da considerarsi materiale analogo a livello archivistico e da differenziare rispetto al resto della documentazione. A seguito degli interventi finora descritti sono state definite le serie e assegnati i numeri identificativi, si è poi proceduto all’inserimento materiale dei fascicoli all’interno di cartolari (la documentazione era per la maggior parte sciolta). Sono stati conservati i cartolari originali della serie 3 e della sottoserie 6.2, le unità di conservazione delle locandine nella serie 7 e la scatola originale per i biglietti del sottofascicolo 5.1.12.3. Sono infine state stampate ed apposte le etichette con le collocazioni sul dorso e sulla parte anteriore dei cartolari.

Inventario