L’archivio e parte del fondo librario personale di Tito Maniacco sono stati donati al Comune di Udine dai suoi eredi in due momenti diversi. La prima donazione da parte di Marina Giovannelli, in accordo con la figlia di Tito, Barbara Maniacco, risale al 2012, corredata dalla richiesta che i materiali fossero adeguatamente conservati e catalogati, che fossero messi liberamente a disposizione degli studiosi per ricerche e indagini e con la clausola di richiedere l’autorizzazione agli eredi prima di utilizzare i materiali documentari per pubblicazioni. La documentazione è stata poi integrata con una seconda donazione risalente al 2014 da parte di Luisa Pegolo, prima moglie di Maniacco.
L’archivio, così consegnato, si presentava conservato in quattordici scatole, e, ad una prima visione è stata individuata una netta divisione nella trattazione dei materiali da parte degli eredi del soggetto produttore. Una prima parte, che constava di sette scatole contenenti principalmente dattiloscritti di opere di Tito Maniacco, era stata precedentemente ordinata dagli eredi in virtù di un criterio tipologico, riconducendo i materiali ai seguenti temi: narrativa, poesia, saggistica (comprensiva di arte, letteratura e storia), quaderni manoscritti, stesure definitive, articoli di giornale, documenti del PCI, pubblicazioni. Le scatole contenenti le stesure dattiloscritte da Tito Maniacco erano inoltre corredate da un elenco riassuntivo dei materiali contenuti. Una delle scatole consegnate assieme all’archivio si discostava dalle altre perchè non contenente documenti, né dattiloscritti, bensì monografie a stampa, probabilmente tenute separate rispetto al fondo librario donato alla biblioteca perché riconducibili a interventi fatti in occasione di mostre artistiche (editi anche da Maniacco), la cui catalogazione è stata portata avanti assieme al resto del fondo della sua biblioteca per coerenza con la loro natura non archivistica.
Una seconda parte, composta dalle restanti sette scatole, descritte parzialmente dall'elenco riassuntivo datato maggio-giugno 2014 e consegnato alla Civica, risultavano invece ordinate dal soggetto produttore stesso con un criterio di natura prevalentemente cronologica. La maggior parte dei documenti era organizzata in cartolari (dall'anno 1951 al 1983), al cui interno si conservavano bozze e appunti, su fogli sciolti e quaderni (in forma manoscritta e dattiloscritta) di vari componimenti di Tito Maniacco. Al contrario della prima parte i componimenti non erano divisi per temi (mantenendo quindi insieme poesie, racconti, romanzi e appunti).
Oltre ai cartolari erano presenti due scatole contenenti la corrispondenza ricevuta (e in parte inviata) da Tito Maniacco, che Marina Giovannelli aveva parzialmente riunito secondo gruppi di anni/luoghi e destinatari. La parte più consistente del carteggio deriva dallo scambio di lettere tra Luisa Pegolo e Tito Maniacco negli anni del servizio militare di quest'ultimo a Palermo e poi Bolzano (1958-1959). Nelle restanti scatole di questa seconda parte si trovavano ventisette quaderni manoscritti (ordinati cronologicamente ma arrivati separati dai faldoni cronologici), due faldoni contenenti giornali, una busta e una cartella contenente giornali/pubblicazioni con contributi di Maniacco, alcuni materiali donati da Luciano Ceschia a Maniacco sul tema della scultura della pietra piasentina in Friuli, e infine una cartellina contenente materiale miscellaneo senza data.